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Dove buttare gli elettrodomestici e a chi rivolgersi

I vecchi elettrodomestici vanno quindi portati ai centri di raccolta rifiuti, meglio noti come isole ecologiche, presenti nella maggior parte dei comuni italiani. Di solito, questi centri permettono ai propri residenti di smaltire gli elettrodomestici entro un certo limite, ma le regole possono variare a seconda del comune.
Per qualsiasi dubbio, è fondamentale chiamare direttamente il centro o la ditta che se ne occupa, così da avere tutte le indicazioni possibili ed evitare di incappare in qualche errore.

Nel decreto del Ministero dell’Ambiente n. 121/2016, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono indicati con la sigla RAEE. Non ci si riferisce solo ai grandi elettrodomestici, come ad esempio lavatrici e asciugatrici, ma anche a quei piccoli apparecchi che utilizziamo quotidianamente e che funzionano a corrente o con delle batterie.

piccoli elettrodomestici sono quelli che hanno una misura esterna non superiore ai 25 centimetri, come: smartphone, caricabatterie, macchine fotografiche e lampadine (anche quelle a risparmio energetico).
In questo caso, per smaltirli, basterebbe recarsi in un negozio di elettronica molto grande e consegnare l’oggetto da buttare. Nella categoria dei grandi elettrodomestici rientrano anche i frullatori, i tostapane e le macchine da caffè espresso. In molti comuni è possibile richiedere il ritiro del rifiuto direttamente al proprio domicilio e in maniera gratuita.

Inoltre, quando si acquista un nuovo elettrodomestico, si ha diritto allo smaltimento gratuito di quello vecchio. Infine, per chi non smaltisce correttamente i RAEE, sono previste delle sanzioni che vanno da un minimo di 300€ ad un massimo di 3.000€, a seconda del tipo di apparecchio e della pericolosità dello stesso.

 
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